Il Vaticano ha preso le distanze dal comportamento blasfemo del presidente del Consiglio italiano, Silvio Berlusconi. Dall’Osservatore Romano ai fogli parrocchiali della domenica nelle più periferiche parrocchie, ai canali televisivi dei vescovi, si è stigmatizzata la bestemmia diffusa in registrazione filmata. Radio Maria ed emittenti sorelle hanno espresso la loro grande sofferenza per l’offesa arrecata a Dio (quella a Rosy Bindi non conta) ed indìcano delle novene riparatorie a suon di rosari recitati da chiese collegate in diretta. Ma come, il grande benefattore della chiesa cattolica italiana, ha bestemmiato in pubblico? No, questo non è tollerabile! Si erano chiusi gli occhi e le orecchie sul suo operato di capitalista senza scrupoli, che aveva ingrandito il suo giro di affari riciclando soldi della mafia, ospitando un mafioso a casa sua; si era sorvolato sulla corruzione di giudici, sull’evasione fiscale e le società di comodo nelle repubbliche centroamericane, sulle operazioni spregiudicate fuori dalla legalità; si era lasciato perdere la sua azione corrutrice di fondatore delle televisioni private che hanno atrofizzato le menti di adulti e bambini; si era ignorato il comportamento immorale di divorziato e donnaiolo, concedendogli di fare la comunione in messe private e pubbliche. Pur di avere un politico benevolmente disposto a concedere favori e privilegi alla chiesa italiana il Vaticano e le sue rappresentanze sparse in ogni diocesi hanno sostenuto e invitato a votare per questo personaggio anticristiano e per la cricca che attorno a lui si è formata, immoralizzando la cosa pubblica in Italia per quasi vent’anni. Ora prendono le distanze dal loro protetto per una banale bestemmia, dando ragione all’invettiva di Gesù contro gli ipocriti sulla pagliuzza e la trave. Mi viene da pensare che questi condannino la pagliuzza per poter salvare la trave immonda del berlusconismo politico.
Ma se per le bestemmie ci si deve indignare, allora lasciatemi dire che a me fanno più rabbia (santa rabbia!) altre bestemmie, quelle pronunciate da preti e laici autorizzati in alcune cerimonie dove hanno libero spazio di parole indegne i rappresentanti di organizzazioni armate. Giorni fa è stata ospitata sul giornale Il Fatto Quotidiano una lettera che riportava il testo dell’orribile “preghiera dell’aviatore”, che è stata recitata nella cattedrale di Loreto. Permettere che nello spazio sacro di una comunità nata dal noviolento Gesù di Nazareth si pronuncino queste parole “Tu, Dio, dacci le ali delle aquile, l’artiglio delle aquile, lo sguardo delle aquile per portare ovunque l’amore, la bandiera, la gloria d’Italia e di Roma”, è un peccato mortale contro il Dio dell’Amore. Quegli assassini che sorvolano città e villaggi per sganciare bombe “intelligenti” che distruggono case e vite umane, osano pregare Dio che li guidi? No, non è sopportabile sentir recitare queste bestemmie in chiesa. Come non è tollerabile, per dei credenti pacifisti e seguaci di Gesù che ha insegnato l’amore anche per i nemici, continuare a sopportare vescovi e preti in questi territori di montagna che lasciano salire sull’ambone dell’altare dei pseudodevoti a recitare la cosiddetta “preghiera dell’alpino”? Sentite la bestemmia concettuale: “Rendi forti le nostre armi contro chiunque minacci la nostra civiltà cristiana”. Ma sentite anche la bestemmia berlusconiana (non in barzelletta), pronunciata ad alta voce nelle chiese, sotto la finta richiesta di protezione alla Madonna: “E tu Maria,madre di DIO CANdida come la neve…”. E continuano a recitare bestemmie con la benedizione clericale in ogni funerale di alpino, in ogni cerimonia dove si rievochino episodi di guerra. Quasi quasi mi viene da ridere a sentire la barzelletta con bestemmia di Berlusconi…
Lucio Eicher Clere (Lo spirito di Gioele)
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