Lo scandaloso silenzio della Conferenza episcopale italiana nei confronti del comportamento privato e pubblico del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi non può non indignare le coscienze dei cattolici praticanti, di quelli anagrafici che ancora non siano ottusi dalla televisioni di proprietà del signore di Arcore, e soprattutto dei credenti in Gesù Cristo, che ha lanciato i suoi “Guai a voi” soprattutto contro gli ipocriti e i ricchi e che ha detto inequivocabilmente a chi dà scandalo ai piccoli, ai minorenni, “sarebbe più conveniente per lui che gli fosse appesa al collo una macina da somaro e fosse affondato in alto mare” (Mt. 18,6). Tace, a volte anche in maniera complice come fanno i suoi amici preti e vescovi, quella gerarchia che nei confronti della sessualità normale delle persone normali (eterossessuali che si separano e formano una nuova coppia, omosessuali, sull’uso degli anticoncezionali e altro) esprime sempre giudizi di condanna. Tace quella gerarchia che per secoli ha investito la sfera della morale sessuale di una carica di peccaminosità così cupa e infernale da condizionare la mente e la psicologia profonda di generazioni di donne e uomini. Tace per convenienza di privilegio, di denaro e potere quella gerarchia che ha già chiuso due occhi su altri comportamenti gravissimi di Berlusconi, quali la corruzione, la complicità con mafiosi, il riciclaggio di denaro sporco, l’evasione fiscale.
L’intervento fatto dal papa Benedetto XVI sull’educazione sessuale, che sarebbe una minaccia alla libertà religiosa, appare talmente fuori luogo da risultare ridicolo. Lui, il vescovo di Roma, che stringe la mano e accoglie felice Silvio Berlusconi, cioè colui che ha male-educato intere generazioni negli ultimi trent’anni, impostando le sue televisioni commerciali sull’esibizione sessuale di corpi giovani e adolescenti, anziché rifiutare ogni occasione di contatto con lui e condannare quel tipo di “educazione sessuale” irresponsabile provocata da quell’imprenditore senza scrupoli. Le televisioni di Berlusconi hanno minato tutte le libertà di pensiero e comportamento, non solo quella religiosa. Che scadalosa questa gerarchia cattolica italiana!
Ma non tutti i preti ed i vescovi sono succubi e silenti di fronte alla malvagità berlusconiana. Vorremmo in particolare che il vescovo di Milano, Dionigi Tettamanzi, nella cui diocesi esibisce i suoi comportamenti vergognosi e immorali Silvio Berlusconi, da molti cattolici e preti corteggiato e stimato come cattolico caritatevole, avesse il coraggio di prendere le distanze da questo personaggio e indicarlo alla comunità cristiana della diocesi di Milano come pubblico peccatore. E quindi usare nei suoi confronti quella intransigenza con cui Paolo si era rivolto ad un membro della comunità di Corinto, che aveva comportamenti non compatibili con l’appartenenza alla Chiesa di Cristo. “Questo individuo sia dato in balia di satana per la rovina della sua carne” (I Cor, 5,5).
E’ quella che da sempre si chiama “scomunica”. Chi più di Berlusconi, caro vescovo Dionigi, merita la scomunica dalla comunità diocesana di Milano? Lei, erede di quel vescovo Ambrogio che non esitò a mettere l’imperatore Teodosio di fronte alla sue gravi responsabilità di massacratore di 7000 persone a Tessalonica e, pena la scomunica, imporgli una pubblica penitenza, espella dalla Chiesa milanese quell’anticristiano. Sarà molto difficile infatti che le accada quel che Manzoni racconta sia accaduto a Federigo Borromeo riguardo alla conversione del malvagio Innominato, il quale, posto di fronte alle sue reponsabilità, dice “Dio veramente buono, io mi conosco ora, comprendo chi sono; le mie iniquità mi stanno davanti; ho ribrezzo di me stesso”. Lo spudorato signore di Arcore non solo non ammette le sue colpe, ma anzi nega tutto e continua a imbrogliare molti italiani ottusi dalla sua propaganda e anche molti cattolici. Vescovo Tettamanzi, lei che ha dimostrato in molte occasioni il coraggio della profezia, scomunichi Berlusconi come segnale forte nei confronti della comunità cristiana in Italia, stordita e scandalizzata dai comportamenti di Berlusconi e dal silenzio del papa e della Cei.
Lucio Eicher Clere
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