domenica 10 aprile 2011

Vescovi, sui profughi dite qualcosa di cristiano


Nel Nordest leghista, pasciuto, egoista, fintocattolico, l’arrivo di qualche centinaio di profughi del Nord Africa è visto come un pericolo e un attentato alla sicurezza ed alla tranquillità delle città e dei paesi. L’appello di un sindaco, nel cui paese c’è una vecchia caserma dismessa, di aprire le stanze di questo stabile per dare ospitalità ai profughi, ha scatenato la reazione ostile di gran parte dei suoi cittadini, anche dei ragazzi che, con l’insegnante di religione, hanno espresso la soddisfazione di aver reagito con forza contro quella provocazione. Richiesto di un parere in merito, il direttore della Caritas della diocesi non solo non ha accolto e sostenuto l’idea del sindaco “rara avis”, ma, da buon tecnocrate della distribuzione, ha criticato la proposta sostenendo che il compito dei sindaci è dare assistenza ai propri cittadini e non creare allarmismo nella popolazione. E lo stesso burocrate dei bisognosi, sulla possibilità di aprire canoniche chiuse e case  per ferie della diocesi per ospitare i fuggiaschi dalla guerra e dalla fame, obiettava che in questo periodo i villaggi turistici della diocesi sono ormai prenotati dalle persone per le vacanze estive e quindi non si possono stravolgere i programmi. Ma, come lui, nella ricca Chiesa del Nordest, quella che si sta preparando per l’arrivo del papa, con mega assemblee e messa-spettacolo al parco di san Giuliano di Venezia, non si è levata alcuna voce di apertura e disponibilità all’accoglienza dei profughi, a cominciare dal patriarca Scola fino a giungere ai monsignori delle foranie periferiche. Ci si sarebbe aspettati che la Chiesa, che pure è in prima fila in tante situazioni di povertà, di sofferenza, di violenza, in tanti luoghi del mondo, dove la parola di Gesù si incarna in modo autentico, avesse alzato una voce forte e profetica contro i tatticismi e le ostilità che hanno caratterizzato la politica e le scelte del governo italiano nei confronti della crisi nordafricana. Invece né una presa di posizione netta contro lo scatenamento della guerra in Libia, dove gli aerei italiani bombardano e ammazzano persone inermi; né una condanna ferma del cinismo di un partito di governo, che attraverso le parole del suo capo ha rozzamente espresso il suo profondo sentire: “Föra di ball”; neppure un chiaro e dettagliato programma di ospitalità nei tanti edifici vuoti o a mezzo servizio di proprietà delle diocesi, delle parrocchie, degli enti religiosi (gran parte dei quali esentati dal pagamento dell’Ici), per gruppi o famiglie di scampati dalle zone di guerra e disperazione.
Ancora una volta emerge chiaramente la preoccupazione della gerarchia italiana, e in particolare del Nordest, acquiescente verso il potere leghista, di non apparire ostile nei confronti della destra berlusconiana, dalla quale si possono ottenere vantaggi e conservare i privilegi.
Come sarebbe confortante per chi legge il vangelo e ancora si sente toccato dalle parole di Gesù nel discorso della montagna e nel brano del giudizio finale del capitolo 25 di Matteo, o ascolta come dette a lui le parole del profeta Osea: “Io li traevo con legami di bontà, con vincoli d’amore; ero per loro come chi solleva un bimbo alla sua guancia, mi chinavo su di lui per dargli da mangiare” (Os. 11,4), sentire dai responsabili delle comunità cristiane parole profetiche di condanna per i cinici che vorrebbero rimandare indietro gli emigranti che “arrivano con scarpe e indumenti firmati” (Luca Zaia, presidente della Regione Veneto) e di solidarietà per gli ultimi e rigettati; come sarebbe incoraggiante sentir predicare “qualcosa di cristiano”, anziché parole ripetitive e senza contenuti, perché vaganti nell’etere, anziché incarnate nella vita delle persone e nelle scelte coerenti con il vangelo. Nelle settimane in cui si consuma il dramma di centinaia di poveri e derubati di speranza, che si ammassano su insicuri barconi e muoiono nel mare di Sicilia, i cattolici del Nordest e i loro vescovi si stanno preparando all’inutile trionfalismo di una visita di papa Ratzinger. Non sarebbe inopportuno che meditassero sulle parole dell’Angelo alla Chiesa di Pergamo, capitolo 2 dell’Apocalisse.
Lucio Eicher Clere

3 commenti:

  1. "Il Signore si alza per chiamare in giudizio e sta in piè per giudicare il popolo.
    Il Signore entrerà in giudizio con i vecchi del suo popolo e con i suoi principi; poiché voi avete divorato la vigna e le spoglie del povero nelle vostre case.
    Che cosa avete in mente? Voi fate a pezzi il mio popolo e stritolate la faccia dei poveri, dice il Signore Dio degli eserciti" (2 Nefi 13:13-15, citando Isaia 3).

    "Ma guai a colui al quale la legge è stata data, sì, che ha tutti i comandamenti di Dio, come noi, e che li trasgredisce, e che spreca i giorni della sua prova, perché terribile è il suo stato!
    Oh, l'astuto piano del maligno! Oh, vanità e fragilità e stoltezza degli uomini! Quando sono dotti si credono saggi, e non danno ascolto ai consigli di Dio, poiché li trascurano, credendo di conoscere da sé, pertanto la loro saggezza è stoltezza, e non giova loro. E periranno.
    Ma è bene essere dotti se si dà ascolto ai consigli di Dio.
    Ma guai ai ricchi, che son ricchi in quanto alle cose del mondo. Poiché per il fatto che son ricchi, essi disprezzano i poveri e perseguitano i miti, e il loro cuore è nei loro tesori; pertanto il loro tesoro è il loro dio. Ed ecco, anche il loro tesoro perirà insieme a loro.
    E guai ai sordi che non vogliono sentire; poiché periranno.
    Guai ai ciechi che non vogliono vedere; poiché essi pure periranno.
    Guai agli incirconcisi di cuore, poiché la conoscenza delle loro iniquità li colpirà all'ultimo giorno" (2 Nefi 9:27-33).

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  2. "Sì, e ce ne saranno molti che diranno: Mangiate, bevete e siate allegri, poiché domani morremo; e tutto andrà bene per noi.

    E ce ne saranno anche molti che diranno: Mangiate, bevete e siate allegri; nondimeno temete Dio — egli giustificherà chi commette un piccolo peccato; sì, mentite un poco, approfittate di qualcuno a causa delle sue parole, escogitate inganni per il vostro prossimo; non vi è alcun male in ciò; e fate tutte queste cose poiché domani morremo; e se accadrà che saremo colpevoli, Dio ci colpirà con alcune sferzate, e alla fine saremo salvati nel regno di Dio.

    Sì, e ce ne saranno molti che insegneranno in questo modo dottrine false, vane e folli, e saranno boriosi nel cuore, e cercheranno di nascondere profondamente i loro piani al Signore; e le loro opere saranno nel buio.

    E il sangue dei santi griderà dalla terra contro di loro.

    Sì, sono usciti tutti dal cammino; sono diventati corrotti.

    A causa dell'orgoglio, e a causa dei falsi insegnanti e delle false dottrine, le loro chiese sono diventate corrotte, le loro chiese si sono fatte arroganti; sono boriosi a causa dell'orgoglio.

    Derubano i poveri a causa dei loro bei santuari; derubano i poveri a causa delle loro belle vesti; e perseguitano i miti e i poveri di cuore, perché sono gonfi d'orgoglio.

    Vanno col collo rigido e la testa alta; sì, e a causa dell'orgoglio e della malvagità, e delle abominazioni e delle prostituzioni, si sono tutti sviati, salvo pochi, che sono gli umili seguaci di Cristo; nondimeno questi sono condotti in modo che, in molti casi, errano
    perché sono istruiti mediante precetti umani.

    Oh, i saggi, e i dotti, e i ricchi, che sono gonfi nell'orgoglio del loro cuore; e tutti coloro che predicano false dottrine, tutti coloro che commettono prostituzioni e pervertono il retto cammino del Signore; guai, guai, guai a loro, dice il Signore Iddio Onnipotente, poiché saranno cacciati giù in inferno!

    Guai a coloro che respingono il giusto per un nonnulla e che vituperano ciò che è buono e dicono che non ha alcun valore! Poiché verrà il giorno in cui il Signore Iddio punirà prontamente gli abitanti della terra; e in quel giorno in cui saranno pienamente maturi nell'iniquità essi periranno" (2 Nefi 28:7-16).

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  3. "E inoltre voi stessi soccorrerete quelli che hanno bisogno del vostro soccorso; darete delle vostre sostanze a colui che si trova nel bisogno; e non permetterete che il mendicante vi rivolga la sua supplica invano, scacciandolo cosicché perisca.

    Forse tu dirai: Quest'uomo si è procurato da sé la sua infelicità; perciò tratterrò la mia mano e non gli darò del mio cibo, né gli impartirò delle mie sostanze perché non soffra, poiché la sua punizione è giusta —

    Ma io ti dico, o uomo, chiunque fa questo ha grande motivo di pentirsi; e a meno che si penta di ciò che ha fatto, perirà per sempre, e non ha parte nel regno di Dio.

    Poiché, ecco, non siamo tutti mendicanti? Non dipendiamo tutti dallo stesso Essere, sì, Dio, per tutte le sostanze che abbiamo, sia per il cibo che per le vesti, per l'oro e per l'argento, e per tutte le ricchezze che abbiamo di ogni specie?

    Ed ecco, proprio in questo momento stavate invocando il suo nome e stavate implorando la remissione dei vostri peccati. Ha egli permesso che supplicaste invano? No, egli ha riversato su di voi il suo Spirito e ha fatto sì che il vostro cuore fosse riempito di gioia, e ha fatto sì che la vostra bocca si bloccasse, così da non poter trovare parola, tanto immensa era la vostra gioia.

    Ed ora, se Dio, che vi ha creato, dal quale dipendete per la vostra vita e per tutto ciò che avete e che siete, vi accorda qualsiasi cosa chiediate che sia giusta, con fede e credendo che riceverete, oh, quanto più dovreste voi impartire gli uni agli altri le sostanze che avete!

    E se voi giudicate l'uomo che vi rivolge la sua supplica, chiedendo delle vostre sostanze per non perire, e lo condannate, quanto più giusta sarà la vostra condanna per aver trattenuto le vostre sostanze, che non appartengono a voi ma a Dio, a Cui appartiene anche la vostra vita; e tuttavia voi non gli rivolgete alcuna supplica, né vi pentite di quel che avete fatto.

    Io vi dico: Guai a quell'uomo, poiché le sue sostanze periranno con lui; ed ora io dico queste cose a coloro che sono ricchi per quanto riguarda le cose di questo mondo.

    E di nuovo io dico ai poveri, a voi che non avete, e tuttavia avete il necessario per sopravvivere di giorno in giorno; intendo voi tutti che rifiutate ai mendicanti perché non avete; vorrei che diceste in cuor vostro: Non do perché non ho, ma se avessi darei.

    Ed ora, se in cuor vostro dite questo, rimanete senza colpa; altrimenti siete condannati; e la vostra condanna è giusta, poiché concupite ciò che non avete ricevuto.

    Ed ora, per ottenere queste cose che vi ho detto — cioè al fine di mantenere la remissione dei vostri peccati di giorno in giorno, per poter camminare senza colpa dinanzi a Dio — vorrei che impartiste ai poveri delle vostre sostanze, ognuno secondo ciò che ha, come nutrire gli affamati, rivestire gli ignudi, visitare gli infermi e provvedere a soccorrerli, sia spiritualmente che temporalmente, secondo i loro bisogni" (Mosia 4:16-26).

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