lunedì 28 novembre 2011

Cosa c’entra la Madonna con i Carabinieri?


Una delle tante Madonne che popolano le ricorrenze del calendario e rispondono alle molteplici esigenze di devoti mariani è quella chiamata “Virgo Fidelis”, che i carabinieri considerano loro protettrice.
Pensare che Maria di Nazareth, inseguita dai “carabinieri” di Erode e costretta a rifugiarsi come profuga clandestina in Egitto, sia stata collocata come icona della Fedeltà al Potere, che sarebbe il motto di un corpo di polizia appartenente all’esercito italiano, è uno dei tanti scandali di cui la Chiesa cattolica non riesce a liberarsi.
Anche quelli che non recitano il rosario conoscono gli appellativi laudatori contenuti nella serie di invocazioni delle cosiddette “litanie lauretane”, a cui segue la risposta corale “ora pro nobis”. E anche un cattolico senza pensiero critico sa che la “fedeltà”, a cui si riferisce l’invocazione “virgo fidelis”, non è certo ad un potere umano, sia esso familiare, politico o militare, bensì a Dio, alla cui chiamata Maria di Nazareth rispose con disponibilità e scelte di vita coerenti.  Pensare che la donna ebrea che recita il “magnificat”, riconoscendo a Dio la caratteristica contraria alla logica del mondo, che premia i ricchi, i potenti, i belli, i fortunati, sia scambiata per una regina che concede favori alle guardie fedeli del potere di turno è blasfemo.  Ha spiegato la potenza del suo braccio, ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore;
ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili; ha ricolmato di beni gli affamati, ha rimandato i ricchi a mani vuote”. Perché non liberare Maria di Nazareth dalle tante confusioni a cui l’hanno legata i poteri civili, militari e religiosi nei secoli dell’Occidente cosiddetto “cristiano”?
Attribuire a Maria di Nazareth le protezioni di convenienza, ai carabinieri per la fedeltà, agli alpini per la difesa dei confini, agli aviatori per l’assunzione in cielo, a ogni  miracolato la specialistica di settore, per cui i santuari diventano luoghi di attrazione di cercatori di “grazie di genere”, è un modo offensivo di stravolgere la fedeltà di Maria al disegno divino compiutosi in suo figlio Gesù.
Conservando il culto mariano nelle modalità in cui si è costruito nei secoli e continua a proporsi per interessi anche economici, si favorisce la superstizione, il miscuglio sincretico di paganesimo e creduloneria che ha caratterizzato tanta parte della religiosità popolare.  Ma ora che la religione è diventata estranea alla vita della gran parte delle persone, perché non liberare Maria di Nazareth dai fardelli di superstizione di cui l’hanno rivestita, ridonandole il suo vero volto di donna, madre e testimone fedele del messaggio evangelico?
Liberare i carabinieri dal pensiero di avere una “Virgo Fidelis”, lasciandoli alle più apprezzate “virgines formosae” che appaiono sugli schermi dei loro computer, quando navigano in Internet, così come liberare tutti i superstiziosi della “Regina del Cielo” che si dedica a passeggiate in angoli della terra per apparire a qualche sempliciotto, sarebbe un importante compito della Chiesa cattolica, colpevole di aver tradito “l’umiltà della serva” in nome di una divinità femminile da affiancare alla Trinità maschile.
I veri imitatori di Maria di Nazareth non sono quelli che la adorano nella sua Immacolatezza e Regalità, quelli che ascoltano le baggianate di Radio Maria, con annessi messaggi di Medjugorie, ma quanti tentano di seguirne l’umile sequela del messaggio di Gesù.
Lucio Eicher Clere